Roberto Burioni ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai3parla di un nuovo farmaco anti-Covid:
“Il Paxlovid è un nuovo farmaco appena approvato contro il Covid. Si tratta di una farmaco antivirale e i farmaci antivirali sono difficili da ottenere perché un farmaco antivirale per funzionare deve funzionare come un veleno selettivo: deve fare male al virus e non al paziente. Questo è qualcosa di complesso e problematico perché i virus si replicano nelle nostre cellule usando le nostre strutture, quindi se andiamo a bloccare queste strutture e facciamo del male al virus facciamo del male anche al paziente. Si può però fare qualcosa, perché i virus hanno dei punti deboli, che talvolta sono anche i loro punti di forza. Uno dei punti di forza del Covid è il fatto di essere un virus estremamente contagioso, ma per far questo deve replicarsi tantissimo. All’interno di un paziente ammalato di Covid ci sono 100 miliardi di virus infettivi e non sono facili da costruire. Il virus utilizza sì le strutture delle nostre cellule, ma non tutte le strutture che usa vanno abbastanza bene per le sue esigenze. Quando la struttura della cellula non è adeguata alle sue esigenze, il virus usa una struttura sua e questo è molto importante. Perché se una struttura è del virus e non della cellula, allora qualcosa che blocca questa struttura è un antivirale, un veleno selettivo. Una struttura importantissima del virus si chiama Proteasi Virale. È una cosa concettualmente molto semplice, sono delle ‘forbici’. Il virus per replicarsi usa una proteina molto grande, che deve essere tagliata in più pezzi, che è quello che fanno le forbici, ovvero la Proteasi Virale. Questi pezzi sono adeguati per consentire la replicazione del virus e il virus si replica. Il Paxlovid blocca queste forbici. Così, quando il virus prova a riprodursi, sintetizza la sua proteina grande ma non riesce a tagliarla perché le forbici sono bloccate. A questo punto il virus non riesce ad avere quelle proteine più piccole che sono indispensabili e che derivano da quella grande. Come ultimo risultato il virus non si replica, grazie all’antivirale”.
Lo studio scientifico sul Paxlovid: “Giovedì scorso, su una rivista molto autorevole, è uscito uno studio clinico che ha analizzato la sicurezza e l’efficacia di questo farmaco e i risultati sono a dir poco entusiasmanti. I pazienti erano tutti non vaccinati e tutti ad alto rischio e il farmaco ha dato una protezione che è arrivata quasi al 90% contro il ricovero e la morte. Questo studio ha preso in esame 2.000 pazienti non vaccinati ad alto rischio che avevano contratto il Covid. Metà sono stati curati con il Paxlovid e metà no. Le 13 morti registrate erano tutte nel gruppo delle persone che non erano state trattate. C’è di più: recenti dati ottenuti da studi sugli animali sono estremamente interessanti. Sono stati presi dei criceti e infettati con il virus che causa il Covid e poi messi in gabbia con altri criceti. I criceti che dopo essere stati infettati sono stati trattati con il Paxlovid non hanno trasmesso la malattia agli altri animali. Quindi c’è la speranza che questo farmaco non solo possa essere molto utile nel proteggere dalle conseguenze gravi dell’infezione, ma anche ostacolare la diffusione del virus, il che sarebbe importante. Riassumendo, un farmaco con queste caratteristiche di efficacia e sicurezza è un passo veramente decisivo e secondo solamente all’ottenimento di vaccini efficaci”.
La corretta somministrazione del Paxlovid: “Questo farmaco potrebbe essere veramente una svolta perché facile da somministrare, sono compresse che vanno prese per bocca per alcuni giorni. C’è un ma: queste terapie sono efficaci soltanto se vengono somministrate precocemente, se si tarda non funzionano più. Dal momento in cui il paziente inizia ad avere i sintomi abbiamo poco tempo, dobbiamo fare quindi subito la diagnosi con il tampone, avere subito i risultati e dare in qualche modo subito al paziente il farmaco. Per fare tutto questo abbiamo 5 giorni, dopo la terapia non è più efficace. Ora dobbiamo prepararci, perché sprecare qualcosa di così prezioso e potenzialmente così positivo per una disorganizzazione sarebbe veramente imperdonabile. Infine, ricordiamoci che la disponibilità di una farmaco antivirale non diminuisce minimamente l’importanza della vaccinazione. Pensare di non vaccinarsi perché c’è una farmaco antivirale è come pensare di guidare in maniera scriteriata perché c’è un ottimo ospedale nelle vicinanze. Quindi vaccinatevi e, per quel che potete, state attenti”.